Qatar 2022: l’esperienza dei professionisti della danza italiana

Ogni quattro anni, come di consueto, la popolazione si connette in diretta televisiva per il grande evento aspettato da tutti: i Mondiali di calcio, questa volta disputati in Qatar. La scelta del luogo è stata molto criticata, a causa di numerose inflazioni adoperate dallo Sceicco Tamim bin Hamad Al-Thani, che ancora oggi si cerca di contrastare tramite il progetto anti-inflazione attuato dalla BCE (European Central Bank).

Il piano progettuale, presentato nel lontano 2011, prevedeva infatti la costruzione di sette stadi con una spesa complessiva di 10,8 miliardi di euro, più la ristrutturazione dello Stadio internazionale Khalifa. L’edificazione di questi stadi ha portato alla morte di numerosi lavoratori, tra migranti e no. Questo dato ha portato l’opinione pubblica a denominare l’evento come “il mondiale più sanguinoso e sporco della storia”. Sotto il punto di vista economico il Qatar ha superato le spese consentite, con un ammontare di dollari spesi che si aggira intorno ai 210 miliardi.

Anche la FIFA è stata al centro dell’attenzione per la presunta corruzione, al pari di alcuni componenti del Parlamento europeo oggi in carcere. Uno dei pochi aspetti non criticati del mondiale è stato per fortuna l’ingaggio dei ballerini provenienti da tutto il mondo, dando possibilità a molti giovani talenti di prendere parte ad un evento così importante in occasione dei numerosi show prima, durante e dopo i Mondiali.

Tramite l’assunzione di professionisti della scena italiana siamo riusciti a parteciparvi in modo diretto, almeno dal punto di vista del ballo.

La cerimonia iniziale e l’organizzazione con i vari montaggi coreografici è stata a cura del direttore artistico Emanuele Cristofoli, in arte Laccio. Sotto la guida del famoso coreografo Giuliano Peparini, è stato preparato uno spettacolo sulla storia delle città del Quatar. Questi spettacoli hanno dato opportunità ai ballerini della nuova generazione di arricchire il proprio bagaglio di esperienza previa audizione e, tra i prescelti, abbiamo raccolto la testimonianza del ballerino romano Francesco Totaro.

A soli venti anni ha avuto la fortuna di vivere da protagonista un’esperienza del genere e l’ha condivisa con noi: “eravamo ventisei performer ed abbiamo soggiornato lì due mesi, precisamente dal 5 novembre al 5 gennaio. 
La fase preparatoria è stata strutturata dal coreografo con sette ore giornaliere di prove per una decina di giorni. In queste prove Giuliano Peparini, oltre a coreografare per lo spettacolo, ha utilizzato le ore per laboratori in cui chiedeva ad ogni ballerino di sperimentare sia singolarmente che in gruppo, per poi immagazzinare le sensazione o i passi ed inserirli all’interno dello spettacolo.”

Uno spettacolo nello spettacolo, dunque, capace di attrarre ed investire non solo soldi ma anche emozioni e coreografie a go go.

“Nei due mesi di permamenza in Quatar – chiude Francesco Totaro – tutti noi artisti avevamo a disposizione un giorno di riposo a settimana, oltre che per i giorni natalizi, nel quale potevamo visitare il centro di Doha, i musei ed i vari centri commerciali grazie ad un pullman messo a disposizione dall’Organizzazione. Una volta preparato lo show abbiamo poi iniziato ad esibirci. Le coreografie erano abbastanza impegnative, anche per raccontare al meglio la storia del Quatar, indossando diversi abiti da scena e quindi adoperarsi ai molti cambi tra una coreografia e l’altra. Orientativamente gli show avevano una durata che oscillava dai trenta ai quarantacinque minuti. 
Inizialmente non è stato semplicissimo vivere tutti insieme, eravamo molti ma piano piano abbiamo imparato a conoscerci, sostenerci e darci forza l’un l’altro creando rapporti umani bellissimi che hanno reso questa esperienza indimenticabile.”

(Redatto da: Annadea Tanga, Sara Tessitore e Giorgia Longobardo)